La questione delle demenze sta assumendo una rilevanza sempre maggiore in termini di sanità pubblica sia per la dimensione del problema che per l’impatto sulla sostenibilità dei sistemi sanitari.
Le Unità di Valutazione Alzheimer (UVA) rappresentano nel Servizio Sanitario Nazionale i centri clinici di riferimento nella gestione dei pazienti affetti da demenza. Tali strutture in diverse regioni sono in fase di riorganizzazione e talvolta di cambio di denominazione.
Medici (neurologi, geriatri, psichiatri, medici di medicina generale), psicologi, riabilitatori e assistenti sociali sono professionalmente coinvolti nell’assistenza dei pazienti con demenza.
L’obiettivo di questo convegno è quello di fornire un quadro nazionale sul livello delle attività di ricerca e dell’assistenza socio-sanitaria fornite da queste strutture specialistiche e di promuovere una gestione integrata delle diverse competenze.
Nicola Vanacore - reparto di Farmacoepidemiologia (Cnesps-Iss): "Durante il
convegno
(pdf 145 kb), che si è svolto a Roma il 16 novembre 2012, sono state documentate
le attività assistenziali e di ricerca comunemente effettuate presso le
strutture deputate, nell’ambito del Servizio sanitario nazionale,
all’assistenza dei pazienti con demenza e ai loro familiari. Nel corso della
giornata si è discusso sia della limitata efficacia dei farmaci che agiscono
sul deterioramento cognitivo, sia della difficoltà nel prescrivere
farmaci off label come gli antipsicotici, utilizzati per trattare i sintomi
comportamentali e psicotici associati alla malattia. In particolare è stato
evidenziato che, in ambito europeo, sono attive con risultati molto
soddisfacenti, campagne di sanità pubblica per ridurre l’uso degli
antipsicotici tra i pazienti affetti da demenza.
È stata inoltre presentata un’esperienza di
integrazione di flussi sanitari svolta nella regione
Umbria, in cui attraverso record linkage tra i database
amministrativi delle prescrizioni farmaceutiche e delle
schede di dimissione ospedaliera è stato possibile
identificare i pazienti affetti da demenza e
caratterizzarne il profilo prescrittivo, non solo
relativamente agli psicofarmaci ma per tutte le
categorie farmaceutiche.
Infine, si è sottolineata l’importanza di stimolare
una ricerca clinica di maggiore qualità metodologica sui
trattamenti non farmacologici, siano essi riabilitativi
che psicoeducativi, per i pazienti affetti da demenza e
i loro familiari."